Il percorso da seguire per diventare uno psicologo infantile è molto lungo e complesso, ma la professione può dare grandi soddisfazioni a livello sociale e anche economico. I professionisti di questo settore affiancano i genitori nel percorso di crescita dei propri figli, aiutandoli ad affrontare situazioni problematiche o disturbi che possono svilupparsi nel corso dell’infanzia o dell’adolescenza.
Il compito dello psicologo dell’infanzia è quello di comunicare con il bambino per aiutarlo a inserirsi nella società nel caso vi siano problemi di socialità, oppure aiutare i genitori ad affrontare disturbi come l’iperattività, l’aggressività o i disturbi del sonno.
Scopriamo in questa guida come si fa a diventare psicologo infantile: qual è il percorso di studi da seguire, quali sono le opportunità professionali e le mansioni da svolgere.
Come diventare psicologo infantile
Quella dello psicologo infantile è una professione complessa e molto delicata. Questo professionista si trova ad affrontare situazioni, disturbi e problemi completamente diversi da quelli che seguono gli psicologi di base. Per diventare uno psicologo dell’infanzia occorre avere passione e pazienza, oltre a seguire una formazione lunga e complessa per prepararsi ad affrontare qualsiasi situazione.
Per lavorare come psicologo dell’infanzia è necessario conseguire una laurea triennale e una laurea magistrale, frequentare una scuola di specializzazione o un master e successivamente svolgere un periodo di tirocinio formativo presso delle strutture autorizzate.
Oltre allo studio e alla formazione scolastica, lo psicologo dell’infanzia deve possedere anche delle caratteristiche personali specifiche, come ad esempio una buona comunicazione verbale e non verbale, psicomotricità, dialogo, capacità di ascolto ed empatia. La pazienza è un’altra caratteristica essenziale che un professionista deve avere per svolgere al meglio il proprio lavoro.
La formazione: laurea triennale e magistrale
Il primo passo da compiere per diventare psicologo infantile è conseguire una laurea triennale in Psicologia e una laurea magistrale n Psicologia infantile. Questi corsi sono generalmente a numero chiuso e l’accesso al corso è possibile solo dopo aver superato il test di ammissione.
Per prepararsi al test esistono tantissime piattaforme e libri di psicologia che danno le informazioni di base da sapere per affrontare l’esame di ammissione.
Il tirocinio
Al termine della laurea magistrale, nei corsi non abilitanti, è previsto lo svolgimento di un tirocinio professionale, obbligatorio, che ha una durata di 12 mesi: concluso questo percorso, lo studente dovrà aver imparato le tecniche e gli strumenti necessari per affrontare un percorso di terapia con i bambini.
Il tirocinio si svolge, di solito, da uno psicologo pediatrico o in una struttura riconosciuta come equivalente. Se l’esito del tirocinio è positivo, e quindi è stato superato, è possibile ottenere l’abilitazione alla professione; in caso contrario, è necessario ripetere l’esperienza.
Tuttavia, è importante notare che, con la legge dell’8 novembre 2021, “Disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti”, a partire dall’anno accademico 2022/2023, per i corsi di laurea magistrale abilitanti in psicologia il tirocinio post-laurea non è più obbligatorio.
Questo significa che l’abilitazione professionale è ottenuta direttamente al termine della laurea, integrando nella formazione i periodi di tirocinio curriculare.
L’Esame di Stato
L’Esame di Stato consente di ottenere l’abilitazione alla professione e quindi di diventare uno psicologo e poter proseguire il percorso per lavorare come psicologo dell’infanzia. L’esame prevede lo svolgimento delle prove scritte e delle prove orali, e prevede due sessioni all’anno.
L’iscrizione all’Ordine degli Psicologi
Una volta conseguito il titolo di studio e completata la formazione necessaria, per lavorare nel settore della psicologia infantile è necessaria l’iscrizione all’Albo degli psicologi della tua Regione. Puoi iscriverti nella sezione A per svolgere la libera professione, oppure nella sezione B per accedere al settore pubblico.
La domanda di iscrizione si può presentare solo dopo aver ottenuto l’abilitazione alla professione. Una volta iscritto all’Albo, il professionista dovrà iscriversi anche all’Enpap, l’istituto previdenziale per gli psicologi.
Specializzazione: master e scuole di specializzazione
Il percorso per diventare psicologo infantile non finisce con l’abilitazione alla professione e l’iscrizione all’Albo: il professionista deve specializzarsi anche frequentando master post-laurea di I o di II livello, oppure una scuola di specializzazione.
L’offerta formativa universitaria relativa ai master in Psicologia infantile è davvero ampia e comprende sia atenei fisici sia corsi di specializzazione online. Per esempio, è possibile iscriversi al master in psicologia pediatrica oppure al master in psicologia scolastica presso l’Università Niccolò Cusano.
Che cosa fa lo psicologo infantile
Lo psicologo infantile studia il comportamento dei bambini ed è specializzato nelle fasi di crescita, dalla loro nascita fino all’adolescenza. I professionisti che lavorano in questo settore si dedicano ai disturbi psico-fisici che possono presentarsi durante l’infanzia o l’adolescenza, e studiano tutti i fattori che possono influenzare la crescita dei bambini, da quelli ambientali a quelli biologici.
Questa professione richiede una particolare attenzione e passione per i bambini, grande sensibilità e voglia di approfondire tutti gli aspetti legati alla crescita e allo sviluppo dei più piccoli.
Considerando tutti i cambiamenti tecnologici e sociali in corso negli ultimi anni, e soprattutto in assenza dei genitori come figure di riferimento per un bambino, la presenza e il supporto di uno psicologo infantile è fondamentale per la crescita e lo sviluppo dei bambini.
L’eventuale presenta di disturbi psicologici nei più piccoli potrebbe determinare lo sviluppo di comportamenti potenzialmente pericolosi nel corso degli anni. Per per questo motivo il numero di psicologi dell’infanzia è in aumento negli ultimi anni.
Principali mansioni di uno psicologo dell’infanzia
Lavorare come psicologo infantile non è semplice e soprattutto richiede molta esperienza. Il professionista deve aiutare i genitori nella crescita del proprio figlio, assisterli nelle fasi critiche dello sviluppo, ma anche aiutare i piccoli a crescere con serenità e ad affrontare le sfide adolescenziali che si presentano nel corso degli anni.
Lo psicologo infantile aiuta i bambini a trovare il proprio modo di esprimere le emozioni, e li stimola a comunicare e condividere le proprie esperienze con genitori o insegnanti soprattutto in presenza di disturbi complessi. La sua missione è quella di favorire l’integrazione dei bambini all’interno della società.
Per tutti questi motivi la formazione deve essere molto specifica, affinché si possa garantire ai più piccoli il sostegno di una figura formata e competente.
Opportunità lavorative
Uno psicologo infantile, una volta conclusi gli studi, può decidere di lavorare come libero professionista in cliniche specializzate, partecipare a concorsi pubblici per entrare nel Servizio Sanitario Nazionale, oppure lavorare come psicologo nel settore privato.
Spesso le famiglie o i genitori che hanno bisogno di uno psicologo dell’infanzia decidono di rivolgersi alle strutture pubbliche sul territorio: per esempio pediatri dell’ASL, consultori, servizi gratuiti a disposizione delle famiglie, ecc. Può accadere, però, che una famiglie si rivolga direttamente a un professionista o un’associazione che gli è stata consigliata da qualcuno.
Lo psicologo infantile nel privato
Gli psicologi dell’infanzia che vengono assunti nel settore privato solitamente firmano dei contratti a tempo determinato o indeterminato e vengono assunti come lavoratori dipendenti. Può trattarsi di strutture come cliniche private, associazioni, scuole e centri assistenziali privati, ecc.
Lo psicologo infantile nel pubblico
Al settore pubblico, invece, si accede tramite concorso: vengono aperti dei bandi per l’assegnazione di posti all’interno delle strutture pubbliche, ma per iscriversi è necessario rispettare dei requisiti e superare delle prove scritte o orali.
Una volta superato il concorso, lo psicologo infantile può lavorare in ambienti come le Aziende Sanitarie Locali (ASL), gli ospedali, le carceri o le forze dell’ordine.
Lavorare come psicologo dell’infanzia in libera professione
Se sei alla ricerca di indipendenza e libertà nella gestione e organizzazione del lavoro, la libera professione è l’opzione che fa al caso tuo: lo psicologo infantile che opera in questo settore, infatti, può fissare orari e appuntamenti in base alle proprie esigenze e a quelle del cliente, associandosi a uno studio oppure lavorando in proprio (anche da remoto).
Se hai intenzione di lavorare come libero professionista dovrai aprire una partita IVA come psicologo e iscriverti all’Enpap, al quale dovrai versare i contributi previdenziali obbligatori. Dovrai poi attivare una casella PEC, sottoscrivere un’assicurazione professionale e rispettare tutti gli obblighi fiscali per lavoratori autonomi (fatturazione elettronica, IVA, ritenuta d’acconto, ecc).
Puoi decidere di affittare uno studio dove accogliere i tuoi clienti, oppure svolgere le sedute a distanza per andare incontro alle esigenze di tutti i tuoi pazienti.