Come diventare psicologo ospedaliero

come diventare psicologo ospedaliero

Lavorare nel Servizio Sanitario Nazionale è il sogno di moltissimi professionisti e giovani psicologi: lo psicologo ospedaliero, in particolare, è una figura in forte crescita. Spesso ci si chiede come fare per diventare psicologo in ospedale, quale percorso di studi seguire e quali sono gli sbocchi professionali a cui ambire.

Il ruolo di questo professionista della salute mentale nelle strutture sanitarie ha assunto negli ultimi anni un ruolo fondamentale. Uno psicologo ospedaliero offre supporto, ascolto e cure ai pazienti che si trovano ricoverati per gravi malattie, aiutandoli a migliorare l’ansia, la paura e lo stress.

Al contempo, egli si occupa del sostegno alle famiglie dei degenti, per dare loro speranza sulla salute dei propri cari. Infine, questa figura può aiutare anche gli operatori sanitari nei momenti più difficili.

In questo articolo andiamo a scoprire come fare per lavorare come psicologo in ospedale: quale percorso di studi seguire tra laurea triennale e magistrale, specializzazione, concorsi pubblici per psicologi e tirocinio professionale.

Come diventare psicologo ospedaliero

Per lavorare come psicologo all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, e in particolare per diventare psicologo ospedaliero, esistono diverse possibilità. Ogni candidato può decidere di avviare una carriera da libero professionista, oppure di diventare un dipendente pubblico. Quello che non può mancare a uno psicologo per lavorare in ospedale sono la forza, il coraggio e la positività da trasmettere sia ai pazienti ricoverati presso la struttura sia alle famiglie che ogni giorno affrontano problemi e situazioni spiacevoli.

Secondo il consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, i professionisti della salute mentale in Italia nel 2020 erano complessivamente 117.762. La maggior parte di questi lavorava come autonomo, anche se la presenza dello psicologo in ospedale (come dipendente) è sempre più diffusa. 

Il percorso da seguire per diventare uno psicologo e lavorare in ospedale è lungo e difficile, ma può dare grandi soddisfazioni.

Per prima cosa, se desideri diventare uno psicologo libero professionista e lavorare in ospedale, devi ottenere una laurea triennale in Scienze e tecniche psicologiche. Poi puoi proseguire con una laurea magistrale in Psicologia. A questo punto puoi iscriverti nella sezione A dell’Albo degli Psicologi e conseguire una specializzazione in Psicoterapia.

Se invece il tuo sogno è diventare dipendente pubblico, il percorso da seguire è un po’ diverso e prevede la partecipazione a dei concorsi pubblici. Vediamo nel dettaglio come diventare psicologo in ospedale nei prossimi paragrafi.

Laurea triennale

Se desideri diventare uno psicologo ospedaliero ed essere assunto come dipendente all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, dovrai comunque conseguire una laurea triennale in Scienze e tecniche psicologiche.

Grazie a questo corso di studi puoi imparare le tecniche basilari del settore (per diventare psicologo di base), ottenere informazioni e dettagli su possibili cure per i principali disturbi che una persona può presentare. Se vuoi lavorare in ospedale, però, la tua specializzazione deve essere elevata. Il percorso, quindi, deve proseguire dopo la triennale.

Laurea magistrale

Dopo la laurea triennale puoi iscriverti e concludere la laurea magistrale in Psicologica (LM51). Secondo Universitaly, il sito del MIUR dedicato all’università, è possibile studiare psicologia in 39 atenei differenti, compresi quelli online.

Puoi scegliere un corso di studi che ti avvicini alla professione ospedaliera, oppure scegliere una facoltà che possa darti informazioni generali sul mondo della psicologia clinica.

Tirocinio

Al termine della laurea magistrale, se non abilitante, devi effettuare un tirocinio professionale per imparare le tecniche e gli strumenti da utilizzare nel corso della professione. Questo percorso può svolgersi presso una struttura convenzionata e deve avere durata di almeno un anno.

Tuttavia, con l’approvazione della legge n. 163 dell’8 novembre 2021, “Disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti”, a partire dall’anno accademico 2022/2023, per i corsi di laurea magistrale abilitanti in Psicologia il tirocinio post-laurea non è più obbligatorio.

Esame di stato

Per ottenere l’abilitazione alla professione dovrai iscriverti e superare l’Esame di Stato, che comprende quattro prove, di cui tre scritte e una orale, e si tiene due volte l’anno, generalmente a giugno e novembre.

L’esame si può effettuare in qualunque sede universitaria, anche se diversa da quella dove è stata conseguita la laurea.

Iscrizione all’albo

Alla fine del tuo percorso professionale, una volta ottenuta anche l’abilitazione, non ti resta che iscriverti all’Albo degli Psicologi della tua Regione di residenza:

  • nella sezione A se sei un libero professionista;
  • nella sezione B se intendi lavorare come dipendente pubblico o privato.

Il tuo percorso formativo non è finito, mancano ancora alcuni passaggi.

Specializzazione in Psicoterapia

Per lavorare come psicologo ospedaliero è necessario ottenere un’altra specializzazione in Psicoterapia, che può essere svolta nelle università pubbliche oppure in scuole di psicoterapia private.

Ogni ateneo è collegato ad alcune scuole (fino a quattro) con indirizzi diversi: puoi iscriverti a queste scuole anche senza aver superato l’Esame di Stato. La specializzazione ha una durata di quattro anni e presuppone che si effettui un’attività di tirocinio continuativo. 

Nonostante sia richiesta una specializzazione in questo campo, tra psicologo e psicoterapeuta ci sono molte differenze.

Concorso pubblico

Quando avrai finito i tuoi studi e avrai ottenuto tutti i titoli necessari per diventare psicologo ospedaliero, non ti resta che partecipare ai concorsi per psicologi per entrare nel Servizio Sanitario Nazionale. Se invece desideri diventare libero professionista, questo passaggio non sarà necessario.

Di solito per iscriversi ai concorsi vengono richieste la laurea triennale e magistrale, l’abilitazione alla professione, la specializzazione e altri titoli che sono associati a un punteggio e permettono di stilare una prima graduatoria. Ogni candidato dovrà poi sostenere delle prove scritte, orali e attitudinali.

Al termine della selezione vengono pubblicate le graduatorie finali che permettono di scoprire chi sono i candidati che hanno superato il concorso pubblico e che possono quindi lavorare in ospedale.

Psicologo in ospedale: qual è il suo ruolo?

All’interno degli ospedali, da alcuni anni, si parla di percorso assistenziale integrato per fare riferimento a un gruppo di specialisti e professionisti che si prendono cura del paziente e della sua famiglia. Il team è composto sia da medici, infermieri e assistenti, sia da professionisti della salute mentale, quindi psicologi e psicoterapeuti.

La salute, così come definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è infatti uno stato di benessere fisico, sociale e mentale. Per questo motivo si può raggiungere solo affidandosi ai giusti professionisti.

Ecco quindi che il ruolo dello psicologo in ospedale è centrale per i pazienti e per le famiglie che hanno bisogno di sostegno e supporto nel percorso di cura, per superare la malattia nel modo più sereno possibile.

Le mansioni di uno psicologo ospedaliero

Uno psicologo che lavora in ospedale si occupa della salute mentale, dello stress e dell’ansia dei pazienti che si trovano ricoverati per molto tempo nella struttura. Deve cercare di dargli forza e coraggio per affrontare situazioni e operazioni che possono verificarsi nel corso dei mesi.

La malattia che ogni paziente sta affrontando non è solo fisica, ma spesso è associata alla salute mentale. Depressione, ansia, paura e stress sono le emozioni che gli psicologi ospedalieri devono affrontare ogni giorno insieme ai propri pazienti. Al contempo, un supporto alla famiglia dei degenti è altrettanto importante per aiutare a superare le difficoltà e i momenti più difficili.

Infine, lo psicologo ospedaliero può fornire sostegno e attenzione anche al personale medico o assistenziale e spesso è chiamato a organizzare corsi di formazione o aggiornamento per gli operatori sanitari.

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