Emettere fattura elettronica verso clienti esteri

Calcolo importo di una fattura verso clienti esteri

Nel corso dello svolgimento del lavoro potrebbe capitare di dover emettere una fattura da psicologo verso un cliente straniero: quali sono le regole per una corretta compilazione ed emissione di una fattura elettronica verso clienti esteri privati?

Scopriamo in questa breve guida tutto quello che c’è da sapere per non commettere errori nella fatturazione a clienti stranieri, comunitari ed extracomunitari.

Emissione di fattura elettronica verso clienti esteri: la normativa

L’introduzione dell’obbligo di fattura elettronica per psicologi verso soggetti residenti in Italia è ormai cosa nota, ma come funziona l’emissione di fattura elettronica verso clienti esteri privati?

La normativa attuale – ovvero il  D.Lgs n. 127/2015, modificato dalla Legge di Bilancio 2021 – prevede che dal 1° luglio 2022 i dati relativi alle operazioni di cessione di beni e di prestazione di servizi effettuate o ricevute verso o da soggetti non stabiliti nel territorio dello Stato Italiano debbano obbligatoriamente essere trasmessi al Sistema di Interscambio utilizzando il formato elettronico. Con questa norma, in altre, parole, viene sostanzialmente “abolito” l’Esterometro, ovvero l’adempimento che doveva rispettare chi fatturava con l’estero in precedenza. 

Il cosiddetto “Decreto Semplificazioni”, inoltre, esclude dall’obbligo di trasmissione dei dati, oltre alle operazioni per cui è stata emessa bolletta doganale, anche quelle relative agli acquisti di beni e servizi non rilevanti in Italia ai fini IVA, purché di importo non superiore ai 5.000 euro (articolo 12 del D.L. 73/2022).

Esterometro: cos’è e come funziona

In precedenza, le operazioni con l’estero che risultavano escluse dalla fatturazione elettronica erano obbligate ad applicare l’esterometro, ovvero effettuare la comunicazione delle operazioni eseguite verso operatori non residenti in Italia. Con l’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica anche verso clienti esteri, di fatto, l’esterometro è stato “abolito”.

Il d.l. n. 146/2021, infatti, impone l’utilizzo del SdI e il formato XML (eXtensible Markup Language) per inviare sia documenti elettronici sia operazioni transfrontaliere. È facoltativa, invece, la comunicazione per le operazioni con bolletta doganale emessa o ricevuta/fattura elettronica mediante SdI.

Termini di invio e sanzioni per invio tardivo

La normativa sin qui delineata fissa anche dei termini per l’invio della documentazione fiscale, con relative sanzioni per invio tardivo dei dati: scopriamo nel dettaglio le scadenze da rispettare.

OperazioneScadenza
Operazioni attive (invio di fatture ai clienti esteri)entro 12 giorni dalla data di effettuazione dell’operazione
Operazioni passive (ricezione di fattura da soggetti esteri)entro il 15esimo giorno del mese successivo a quello di ricevimento del documento comprovante l’operazione o di effettuazione dell’operazione

Obblighi Intrastat in UE

Il modello Intrastat è una dichiarazione che i titolari di partita Iva devono presentare all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per comunicare gli scambi di beni e servizi effettuati con altre imprese situate nei paesi dell’Unione Europea. In altre parole, questo documento contiene dati sul volume e sulla natura degli scambi intrattenuti con l’estero.

La normativa prevede l’obbligo di presentazione del modello Intrastat per gli acquisti di beni da paesi dell’Unione Europea se, in almeno uno dei quattro trimestri precedenti, il valore totale di tali acquisti ha raggiunto o superato i 350.000 euro per i beni e i 100.000 euro per i servizi. Se non si raggiungono queste cifre, non è più necessario presentare il modello.

Per quanto riguarda le vendite, invece, è necessario presentare il modello Intrastat per ogni cessione di beni o servizi verso altri paesi dell’UE. A variare è la frequenza di presentazione, come riassunto nella seguente tabella.

MODELLOPERIODICITA’LIMITI
Acquisto beni (Modello Intra-2bis)TrimestraleModello facoltativo.
Acquisto beni (Modello Intra-2bis)Mensilese l’ammontare totale trimestrale degli acquisti intracomunitari di beni è uguale o superiore a 350.000 euro, per almeno 1 dei 4 trimestri precedenti.
Acquisto servizi (Modello INTRA-2quater)TrimestraleModello facoltativo.
Acquisto servizi (Modello INTRA-2quater)Mensilese l’ammontare totale trimestrale delle prestazioni di servizi ricevute è uguale o superiore a 100.000 euro, per almeno 1 dei 4 trimestri precedenti.
Cessione di beni (Modello INTRA-1bis)Trimestralese l’ammontare totale trimestrale delle cessioni intracomunitari di beni è inferiore o uguale a 50.000 euro, per almeno 1 dei 4 trimestri precedenti.
Cessione di beni (Modello INTRA-1bis)Mensilese l’ammontare totale trimestrale delle cessioni intracomunitarie di beni è superiore a 50.000 euro, per almeno uno dei quattro trimestri precedenti.
Servizi resi (Modello INTRA-1 quater)Trimestralese l’ammontare totale trimestrale delle prestazioni di servizi rese è inferiore o uguale a 50.000 euro, per almeno 1 dei 4 trimestri precedenti.
Servizi resi (Modello INTRA-1 quater)Mensilese l’ammontare totale trimestrale delle prestazioni di servizi rese è superiore a 50.000 euro, per almeno 1 dei 4 trimestri precedenti.

Istruzioni per la compilazione della fattura verso cliente estero

Uomo segue i passaggi per la fatturazione verso l'estero

La prima cosa da verificare per una corretta emissione della fattura elettronica verso clienti esteri privati è il possesso di tutti i dati relativi al cliente al quale deve essere inviato il documento.

Avrai bisogno, a tal fine, del numero di Partita Iva o codice fiscale, il codice IVA del destinatario e il suo indirizzo e-mail.

Un discorso a parte deve essere fatto per un cliente estero che non è in possesso di partita Iva (può essere utile anche capire come emettere fattura senza codice univoco o Pec). In questo caso, bisogna distinguere due situazioni:

  • soggetti privati esteri, per i quali bisogna fare attenzione al codice destinatario (sette volte X) e al codice IVA, che è il codice fiscale del soggetto;
  • soggetti esteri in possesso di un codice fiscale italiano, per i quali bisogna considerare la residenza.

Vediamo, passo dopo passo, come compilare correttamente una fattura verso l’estero e quali campi è necessario inserire per non incorrere in sanzioni.

SDI estero

Il Codice destinatario, o codice SDI, è composto da una sequenza di lettere e numeri che vanno a identificare l’intermediario impiegato per la fatturazione elettronica. 

Considerando che tale codice riguarda solo i soggetti e operatori italiani, una circolare dell’Agenzia delle Entrate ha stabilito che, in caso di fatture in UE e in Paesi extra-UE, il codice da inserire sarà una sequenza di 7 X (cioé “XXXXXXX”).

Id paese

Si tratta di due lettere, che vanno a stabilire la nazionalità del soggetto a cui si emette la fattura. Per identificare l’ID Paese basta conoscere le prime due lettere del codice IVA.

Ad esempio, se il destinatario è residente in Germania, l’“IdPaese” sarà “DE”. La sigla deve essere di due caratteri ed espressa secondo lo standard ISO 3166-1 alpha-2 code. 

CAP

Un altro dato che solitamente viene inserito nella fattura di un professionista è il CAP del destinatario: nel caso dell’estero, dovrai compilare il campo utilizzando il valore generico 00000“. Questa prassi è stata chiarita dalle FAQ dell’Agenzia delle Entrate.

“Id Codice” e Codice fiscale

Nella fattura elettronica verso l’estero, all’interno della sezione “IdFiscaleIVA”, blocco “Cessionario/Committente”, trovi i campi “IdCodice” e “CodiceFiscale”. Come si devono compilare?

L’Agenzia delle Entrate, nelle FAQ pubblicate sul suo sito web, indica di:

  • inserire nel campo “IdCodice” un valore alfanumerico identificativo della controparte, fino ad un massimo di 28 caratteri alfanumerici su cui il SdI non effettua controlli di validità;
  • in caso di soggetto consumatore finale, compilare solo il campo “IdCodice” e lasciare vuoto il campo “CodiceFiscale”.

Codici natura Iva per estero

Alcuni codici “Natura IVA” riguardano le fatture destinate all’estero, ovvero:

  • N3.1: non imponibili – esportazioni;
  • N3.2: non imponibili – cessioni intracomunitarie;
  • N3.3: non imponibili – cessioni verso San Marino.

Per capire quale codice applicare al documento che stai compilando, ti consigliamo di affidarti a un buon commercialista.

Come inviare la fattura al SdI

Una volta compilati debitamente tutti i campi fondamentali, sei pronto per inviare la fattura al Sistema di Interscambio (SDI) secondo i tradizionali metodi utilizzati per le fatture verso soggetti italiani. A questo punto, il sistema condurrà una verifica formale e ti trasmetterà l’esito dell’operazione.

Ricordati di trasmettere una copia analogica della fattura, cartacea o informatica, al cliente estero, in quanto quest’ultimo non avrà accesso al Sistema di Interscambio e quindi non potrà visualizzarla telematicamente.

Una volta conclusa l’operazione, dovrai conservare le fatture elettroniche e quelle cartacee per 10 anni.

Emettere fattura elettronica verso clienti esteri privati – Domande frequenti

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