A fronte dell’erogazione di servizi e prestazioni, anche uno psicologo titolare di partita Iva deve emettere la fattura ai propri clienti per incassare i compensi. Il modello della fattura e gli elementi da inserire variano in relazione al regime fiscale di appartenenza, semplificato o forfettario: in alcuni casi è prevista l’applicazione dell’IVA e della marca da bollo, mentre in altri casi è prevista l’esenzione.
Scopriamo in questo articolo come funziona la fattura per uno psicologo che svolge la propria attività da libero professionista e quali sono gli elementi fondamentali per una corretta emissione.
Cos’è e quando è obbligatorio emettere fattura
La fattura è un documento obbligatorio che viene emesso dal prestatore del servizio (in questo caso, lo psicologo titolare di partita Iva) verso il proprio cliente (fruitore del servizio) per comprovare la cessione di beni o la prestazione di servizi e per riscuoterne il prezzo.
Secondo la normativa vigente, si può emettere una fattura entro il giorno 15 del mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione di cessione di beni o prestazioni di servizi.
Per ogni fattura emessa, ai fini della conservazione della documentazione fiscale, occorre stampare due esemplari: l’originale, che va consegnata o spedita al cliente, e la copia, che deve essere conservata dal professionista.
Una novità importante riguarda l’introduzione della fatturazione elettronica anche per gli psicologi, a prescindere dai compensi nel corso dell’anno. La fatturazione elettronica è obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2024, eccetto per le prestazioni erogate ai clienti privati.
Fattura o ricevuta?
Con l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica, la ricevuta fiscale è stata completamente sostituita dalla fattura e dai corrispettivi elettronici. Coloro che aprono una partita Iva da psicologi sono tenuti all’emissione di fatture in base alle regole previste dal proprio regime fiscale (forfettario oppure semplificato).
Le differenze nella fattura psicologo forfettario o semplificato: quale è più vantaggioso?
I regimi fiscali ai quali possono aderire gli psicologi sono due: quello forfettario e quello semplificato. I liberi professionisti con compensi e ricavi inferiori a 85.000 euro generalmente aderiscono al regime forfettario, in considerazione delle agevolazioni e semplificazioni fiscali che si possono ottenere.
Le differenze tra i due regimi fiscali sono parecchie e riguardano, oltre al fatturato complessivo, anche il calcolo del reddito imponibile, la tassazione, le detrazioni e deduzioni fiscali e altri aspetti burocratici.
Nella seguente tabella abbiamo riassunto le principali caratteristiche e differenza tra i due regimi fiscali.
Caratteristiche | Regime semplificato | Regime forfettario |
---|---|---|
Tipologia società | Più adatta a società di capitali e di persone | Più adatta a partita Iva professionale, ditta individuale |
Fatturato annuo | A partire da 500.000€ per le attività di servizi e da 800.000€ per quelle commerciali e di produzione | Fino a 85.000€ |
Calcolo del reddito imponibile | Per competenza | In base forfettaria |
Fatturazione | Elettronica | Elettronica |
IVA | Prevista | Esenzione |
Detrazioni e deduzioni fiscali | Presenti | Non previste |
Tassazione | IRES, IRPEF e IRAP | Aliquota unica al 5% per i primi 5 anni e poi al 15% |
L’adesione al regime forfettario – secondo i criteri fissati dall’Agenzia delle Entrate – comporta maggiori vantaggi in termini fiscali e amministrativi. Questo regime, infatti, prevede una tassazione agevolata con il pagamento di un’imposta sostitutiva unica al 5% per i primi cinque anni di attività, e successivamente al 15%. Inoltre, il regime semplificato prevede una determinazione del reddito standard (cosiddetta a “forfait”) in base alla tipologia di attività svolta: per gli psicologi è pari al 78%.
Il regime forfettario prevede poi una semplificazione amministrativa, ovvero l’esonero dalle scritture contabili (con l’obbligo di conservazione dei documenti emessi e ricevuti) e l’esonero dall’applicazione degli ISA (Indici Sintetici di Affidabilità fiscale, gli ex “studi di settore”). Non è previsto il versamento dell’Irap, né l’applicazione della ritenuta d’acconto in fattura.
Nel regime semplificato, invece, le tasse si pagano in base al proprio scaglione di reddito con aliquote variabili dal 23% al 43% del reddito imponibile. Inoltre, nel corso dell’anno viene applicata una ritenuta d’acconto del 20% sulle fatture che viene successivamente recuperata nella dichiarazione dei redditi. Sono poi previsti i pagamenti di Irap, Irpef e Ires, mentre è possibile accedere a detrazioni e deduzioni fiscali.
Quali sono gli elementi della fattura dello psicologo
La compilazione della fattura di uno psicologo si compone di diverse parti e varia in relazione al regime fiscale di appartenenza del professionista (forfettario oppure semplificato).
Di seguito abbiamo considerato un modello facsimile di una fattura in regime forfettario. In linea generale, gli elementi principali che possiamo identificare in una fattura sono:
- data di emissione e numero progressivo;
- dati identificativi dello psicologo: cognome e nome, residenza e domicilio (quello denunciato all’Ufficio IVA), Partita IVA (obbligatoria) e codice fiscale;
- dati identificativi del cliente/paziente: cognome e nome, residenza, codice fiscale;
- natura delle prestazioni erogate (ad esempio “sostegno psicologico”);
- ammontare della base imponibile;
- contributo Enpap, pari al 2% dell’ammontare della prestazione;
- metodo di pagamento.
Per chi aderisce al regime forfettario, e per le sole prestazioni non sanitarie, va aggiunta la seguente dicitura: “Esente IVA ai sensi dell’art. 10 n. 18 del D.P.R. 633/72”.
Inoltre, se si sta emettendo fattura a un paziente privato, nel caso in cui si opponga all’invio dei dati al Sistema Tessera Sanitaria, occorre inserire la dicitura “Opposizione alla trasmissione al Sistema TS del codice fiscale del paziente ai sensi dell’art. 3 D.M. 31/07/2015 e ss. modifiche”.
Per semplificare la compilazione, l’invio telematico e l’archivio delle fatture, esistono numerose tecnologie a supporto degli psicologi, tra le quali la piattaforma Gesto per la fatturazione elettronica.
Intestatario della fattura
I primi dati da inserire nella fattura sono la data di emissione e il numero progressivo. Oltre ai propri dati personali (cognome e nome, residenza e domicilio, partita Iva e codice fiscale), inoltre, vanno aggiunti anche i dati che riguardano l’intestatario della fattura, ovvero il cliente/paziente.
A tal fine sono necessari il cognome e il nome, la residenza il e codice fiscale del paziente (tranne in alcune eccezioni come la fattura ai minori).
Marca da bollo
La marca da bollo da 2 euro va inserita nella fattura qualora si superi l’importo di 77,47 euro. Trattandosi di un’imposta complementare all’imposta sul valore aggiunto, va applicata quando non è prevista l’imposizione dell’IVA.
Inoltre, è importante che la marca da bollo riporti una data di emissione pari o precedente a quella del documento fiscale.
Ritenuta di acconto
Uno psicologo che aderisce al regime semplificato deve inserire nella fattura la ritenuta d’acconto al 20% dell’imponibile di prestazione: si tratta di una somma da versare allo Stato, in qualità di “sostituto di imposta”, che viene poi recuperata nel corso dell’anno nella dichiarazione dei redditi.
Quando si effettua una prestazione nei confronti di un paziente privato, nella fattura non applica mai la ritenuta d’acconto. Al contrario, quest’ultima si applica solo se la prestazione è a favore di imprese, enti, ditte o altri professionisti.
Contributo Enpap
Tutti gli psicologi o terapeuti che svolgono la propria attività come liberi professionisti con partita Iva devono necessariamente effettuare l’iscrizione all’Enpap (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per gli Psicologi) entro 90 giorni dall’incasso della prima fattura.
L’Enpap prevede il versamento di:
- un contributo soggettivo pari al 10% del reddito netto, con un minimo di 780 euro;
- un contributo integrativo pari al 2%, che va aggiunto ad ogni fattura emessa;
- un contributo di maternità per finanziare l’indennità pari (attualmente) a 150 euro.
All’interno della fattura lo psicologo – a prescindere dal regime fiscale di appartenenza – deve quindi inserire anche la rivalsa Enpap pari al 2% dell’imponibile di prestazione. Tale contributo è utile per coprire le spese relative all’assistenza sanitaria integrativa, alle eventuali indennità di malattia o infortunio, e concorre nella determinazione della pensione futura.
Per effettuare il calcolo è necessario dividere il compenso totale per 1,02: in questo modo è facile ottenere l’importo esatto sia del contributo da riportare in fattura sia della prestazione.
Cos’è la fattura CTP?
La fattura CTP (Consulente Tecnico di Parte) è relativa all’attività dello psicologo o terapeuta che deve fornire al giudice un esame della personalità di un soggetto nell’ambito di un processo per valutare se l’eventuale funzionamento psicopatologico abbia influenzato le sue azioni illecite.
Questa tipologia di fattura segue le medesime regole previste per le per prestazioni non sanitarie: quindi andranno inseriti l’importo della fattura, la rivalsa Enpap al 2% e la marca da bollo (qualora si superi la soglia di 77,47 euro).
Per gli psicologi che aderiscono al regime semplificato, inoltre, vanno inserite la ritenuta d’acconto al 20% e l’IVA.
Quando si applica l’IVA e quali prestazioni ne sono esenti?
Sotto il profilo dell’IVA si possono distinguere due casistiche diverse:
- prestazioni soggette all’IVA, ovvero le prestazioni non sanitarie;
- prestazioni esenti dall’IVA, ovvero le prestazioni sanitarie.
Regime Fiscale | Tipologia delle Prestazioni | Aliquota IVA | Note |
---|---|---|---|
Regime Forfettario | Tutte le prestazioni | Esente | Esenzione IVA e semplificazioni fiscali |
Regime Semplificato | Solo prestazioni non sanitarie | 22% | Applicabile solo per prestazioni non sanitarie |
Gli psicologi che aderiscono al regime semplificato, quindi, sono tenuti a inserire nella fattura un’aliquota IVA del 22% per le sole prestazioni non sanitarie: per esempio, una seduta di psicoterapia individuale, di coppia, di gruppo o familiare. La base imponibile su cui calcolare l’IVA è data dal compenso percepito più l’Enpap.
Le prestazioni sanitarie di diagnosi, cura e riabilitazione che hanno lo scopo di tutelare, mantenere o ristabilire la salute delle persone, sono invece esenti dall’IVA e rappresentano la maggior parte delle prestazioni solitamente erogate dai professionisti.
Diversa è la situazione per i professionisti che aderiscono al regime forfettario, che sono sempre esenti dall’applicazione dell’IVA sia nel caso di erogazione di prestazioni sanitarie di diagnosi, cura e riabilitazione sia nel caso di erogazione di prestazioni non sanitarie.
In questo caso, però, occorre riportare in fattura la seguente dicitura: “Operazione effettuata ai sensi dell’articolo 1, commi da 54 a 89, della Legge n. 190/2014 così come modificato dalla Legge numero 208/2015”.
Pagamento e incasso della fattura psicologo
Il pagamento della prestazione erogata al paziente può avvenire secondo diverse modalità:
- in contanti, nei limiti previsti dalla legge (dal 1°gennaio 2022 fino a 1.000 euro);
- con carta di credito o debito;
- con bonifico bancario o postale;
- tramite assegno.
Non bisogna dimenticare che a partire dal 1° gennaio 2020 le spese sanitarie possono essere detratte solo con pagamenti tracciabili. Il cliente può comunque effettuare il pagamento in contanti, ma così facendo non avrà diritto alla detrazione delle somme nella dichiarazione dei redditi.
Un’altra forma utile per il pagamento della fattura è l’utilizzo del bonus psicologo per i pazienti che lo hanno ottenuto entro i termini previsti: in questo caso, il cliente dovrà comunicare il codice univoco al terapeuta da inserire per il saldo delle sedute effettuate. Il medesimo codice univoco, insieme alla data, al numero della fattura emessa e all’importo corrispondente andranno poi inseriti sulla piattaforma Inps appositamente dedicata.
Si consiglia, infine, di aprire un conto corrente interamente dedicato all’accredito dei compensi percepiti tramite la propria attività professionale per poter dimostrare la reale entità economica della stessa.
È possibile emettere fatture cumulative?
La fattura cumulativa è ammessa soltanto nel momento in cui il pagamento avviene in un’unica soluzione: per esempio, se il cliente paga più di una seduta di terapia con un solo bonifico.
In alternativa, è possibile emettere la fattura elettronica al completamento della prestazione o a fine mese, includendo tutti i trattamenti eseguiti nell’arco temporale considerato.
Fatturazione elettronica psicologo
A partire dal 1° luglio 2024 tutti gli psicologi e i terapeuti, a prescindere dai compensi e ricavi conseguiti annualmente, sono sottoposti all’obbligo di fatturazione elettronica, eccetto nei casi in cui la prestazione sanitaria sia rivolta a pazienti privati. Inoltre, c’è una particolarità per per coloro che esercitano delle professioni sanitarie: in questo caso, infatti, le fatture non vanno trasmesse al Sistema di Interscambio, bensì al Sistema Tessera Sanitaria per motivi di privacy.
Il decreto Milleproroghe, inoltre, ha esteso fino al 31 dicembre 2024 il divieto di fatturazione elettronica per prestazioni sanitarie verso privati: pertanto, in questi casi le fatture andranno emesse in formato cartaceo/analogico.
La fattura elettronica è in formato XML (eXtensible Markup Language) e contiene gli stessi elementi di quella cartacea: la caratteristica peculiare è la trasmissione elettronica tramite il Sistema di Interscambio (SdI), che permette all’Agenzia delle Entrate di effettuare gli opportuni controlli fiscali.
La piattaforma di fatturazione Gesto permette a psicologi e terapeuti di gestire in modo semplice e veloce le fatture, mettendo a disposizione numerosi servizi per la compilazione, archiviazione e trasmissione dei documenti.