Ritenuta d’acconto per psicologi: come funziona e quando si applica

calcolo ritenuta d'acconto

La ritenuta d’acconto è una sorta di anticipo sul pagamento delle tasse che viene trattenuto dall’importo della fattura ed è carico del cliente quale sostituto di imposta. Generalmente, si applicata in ogni fattura elettronica emessa da un professionista o da un lavoratore autonomo titolare di partita Iva e va a incidere direttamente sul compenso percepito.

Esistono aliquote diverse per l’applicazione della ritenuta d’acconto per psicologi ed è importante conoscere la normativa per inserirla nel modo corretto: scopriamo in questa breve guida come funziona, a chi si applica e come si calcola.

Ritenuta d’acconto: cos’è e quando si applica?

Come abbiamo accennato, la ritenuta d’acconto è un anticipo sulle tasse che il cliente versa al posto del professionista. In pratica una parte di compenso viene trattenuta dal cliente e versata allo stato a titolo di acconto. Per questo motivo, si parla di sostituto di imposta, in quanto di fatto il cliente sostituisce il professionista nel pagamento dell’IRPEF.

Quando dovrai pagare le tasse, dovrai sottrarre quelle già versate con il meccanismo della ritenuta d’acconto.

Il meccanismo di sostituzione di imposta può essere di due tipi:

  1. Sostituzione a titolo d’imposta (o propria), quando paga totalmente l’imposta sul reddito del professionista;
  2. Sostituzione a titolo d’acconto (o impropria), quando il sostituto anticipa all’Erario solo una parte dell’imposta sul reddito dovuta dal professionista, nella forma di acconto. In questo caso il lavoratore sarà obbligato a estinguere la parte rimanente dell’imposta da pagare sul reddito complessivo.

Nella seconda tipologia rientra anche la ritenuta d’acconto, che si applica in ciascuna fattura di professionisti titolari di partita Iva e va a ridurre il compenso percepito dal lavoratore.

A chi si applica?

La ritenuta d’acconto viene applicata ai lavoratori autonomi che esercitano attività d’impresa, arte o professione quando operano per conto di soggetti Iva (per esempio altri professionisti o società). Non si applica, invece, a soggetti privati né ai forfettari.

Il lavoratore autonomo, quindi, emette una fattura al proprio cliente indicando tutti i dati del destinatario e l’importo della prestazione. Su tale importo applicherà la ritenuta d’acconto (solitamente pari al 20% della base imponibile). Nel documento dovranno essere differenziati l’importo netto e l’imposta da versare.

Il sostituto di imposta pagherà l’importo dovuto al professionista e si farà carico del pagamento dell’imposta a titolo di acconto all’Erario (entro il 16 del mese successivo).

A questo punto il sostituto di imposta dovrà certificare al professionista (entro il 31 marzo di ogni anno) tutte le ritenute effettuate nel corso dell’anno precedente. In sede di dichiarazione dei redditi, l’ammontare delle ritenute d’acconto versate dai sostituti d’imposta verrà detratto dall’imposta sul reddito del lavoratore autonomo. Tutto questo rientra tra gli obblighi fiscali ai quali il professionista deve prestare particolare attenzione.

Come si calcola la ritenuta d’acconto per psicologi?

L’aliquota della ritenuta d’acconto è pari al 20% della base imponibile. Tuttavia, esistono alcune situazioni particolari.

Nella seguente tabella abbiamo riassunto le principali aliquote da applicare in fattura e i relativi casi di applicazione.

Tipologia di RedditoAliquotaBase imponibile
Prestazioni da lavoro autonomo20%100%
Prestazioni da lavoro autonomo corrisposti a soggetti non residenti in Italia30%100%
Redditi derivanti dalla cessione di diritti d’autore per i soggetti di età inferiore ai 35 anni20%60%
Redditi derivanti dalla cessione di diritti d’autore per i soggetti di età maggiore ai 35 anni20%75%

Per eseguire il calcolo bisogna sempre partire dalla base imponibile del compenso percepito, sulla quale viene applicata l’aliquota della ritenuta d’acconto.

Inoltre, si parte sempre dall’importo lordo senza includere l’IVA (che se presente si aggiunge in un secondo momento) e la marca da bollo.

Il contributo integrativo ENPAP non è soggetto a ritenuta d’acconto IRPEF e non concorre alla formazione del reddito imponibile.

Esempi di calcolo di ritenuta d’acconto

Facciamo un esempio per comprendere il metodo di calcolo della ritenuta d’acconto prendendo come riferimento la fattura di uno psicologo.

Per il calcolo della base imponibile occorre considerare:

  • il compenso pattuito con il cliente;
  • contributi previdenziali versati all’Enpap (pari al 2%);
  • le spese forfettarie pattuite con il cliente, per esempio per viaggio e alloggio;

Consideriamo, per esempio, una base imponibile di 1.100 euro di cui:

  • compenso pattuito pari a 1.000 euro;
  • spese forfettarie pattuite pari a 100 euro.

La ritenuta d’acconto sarà pari al 20% di 1.100, cioè 220 euro. Solo successivamente, se prevista, si può applicare l’IVA al 22% che risulta pari a 242 euro. Il netto a pagare deriva quindi da questa operazione:

  • base imponibile (1100 euro) – ritenuta d’acconto (220 euro) + IVA (242 euro) = 1.122 euro.

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