Nel corso degli anni si è assistito a una modifica e integrazione della normativa fiscale per gli psicologi: dall’introduzione dell’Albo professionale all’iscrizione alla cassa previdenziale Enpap, fino all’obbligo di fatturazione elettronica introdotto negli ultimi anni.
In questo articolo chiariamo tutti gli adempimenti e obblighi fiscali, contabili e amministrativi per gli psicologi che esercitano la libera professione con partita Iva.
Quali sono gli adempimenti previsti per gli psicologi?
Uno psicologo che ha conseguito il titolo di laurea e le abilitazioni necessarie per svolgere la sua professione, deve iscriversi all’Albo degli Psicologi della propria Regione di residenza. Così facendo può ottenere il riconoscimento nazionale come professionista.
A questo punto divengono necessari ulteriori adempimenti fiscali, come l’apertura della partita Iva come psicologo, la scelta del regime fiscale e l’adesione alla fatturazione elettronica.
Per poter rispettare gli obblighi a cui è sottoposto, lo psicologo deve conoscere la normativa in materia fiscale, previdenziale e amministrativa vigente in Italia: vediamo nel dettaglio cosa prevedono le leggi attuali.
Gli adempimenti di natura fiscale e i regimi
Gli adempimenti fiscali per uno psicologo si possono dividere in due categorie:
- imposte dirette, che colpiscono direttamente il reddito del contribuente (es. IRPEF e IRAP);
- imposte indirette, che colpiscono la ricchezza nel momento in cui viene trasferita o spesa (es. IVA).
I regimi fiscali a cui può aderire uno psicologo, invece, sono due:
- regime forfettario, che prevede una serie di semplificazioni fiscali a cui è possibile aderire fino a 85.000 euro annui di fatturato, ovvero un’aliquota al 5% per i primi cinque anni di attività e successivamente al 15%;
- regime ordinario (cd. contabilità semplificata), la cui adesione non richiede un limite di fatturato massimo e consente di ottenere detrazioni e deduzioni fiscali per alcune tipologie di spese sostenute nell’ambito della propria professione.
Il regime di contabilità semplificata è più complesso e oneroso rispetto al forfettario, ma è l’unica alternativa possibile per chi non ha i requisiti per accedere a quest’ultimo.
Gli adempimenti ai fini delle imposte sui redditi
Il reddito prodotto dal professionista è soggetto a due tipologie di imposte:
- l’IRPEF, ovvero l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche;
- l’IRAP, ovvero l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive.
L’IRPEF colpisce direttamente il reddito complessivo del contribuente secondo aliquote crescenti al crescere del reddito:
Scaglione di reddito | Aliquota IRPEF |
---|---|
Da 0 a 15.000 euro | 23% |
Da 15.001 euro a 28.000 euro | 27% |
Da 28.001 euro a 55.000 euro | 38% |
Da 55.001 euro a 75.000 euro | 41% |
L’IRAP, invece, è un’imposta regionale che colpisce i soggetti che svolgono abitualmente un’attività autonomamente organizzata diretta alla produzione e allo scambio di beni, nonché alla produzione di servizi nel territorio della Regione. L’aliquota varia in base alla Regione di appartenenza.
Gli adempimenti previdenziali
Lo psicologo deve fare riferimento al suo Ordine Professionale e alla propria cassa previdenziale: una volta effettuata l’iscrizione all’Albo, quindi, il professionista deve iscriversi all’ENPAP (entro i 90 giorni successivi) per versare periodicamente i contributi previdenziali.
L’ENPAP, infatti, prevede tre tipologie di contributi:
- il contributo soggettivo, che corrisponde al 10% del reddito netto con un minimo di 780 euro annui;
- il contributo integrativo, che corrisponde al 2% del corrispettivo lordo sulle fatture emesse, con un minimo di 60 euro all’anno;
- il contributo di maternità, che corrisponde a una quota fissa annuale e varia di anno in anno.
I contributi sono obbligatori per tutti gli psicologi che svolgono l’attività in modo autonomo e sono titolari di partita Iva: le scadenze da rispettare sono due ogni anno.
Gli adempimenti ai fini IVA
Gli adempimenti IVA per gli psicologi si possono riassumere in alcuni punti:
- apertura della partita IVA;
- emissione e conservazione delle fatture (parcelle);
- conservazione delle fatture d’acquisto;
- liquidazione periodica dell’Iva;
- dichiarazione Iva annuale;
- invio elenco clienti e fornitori.
Come funziona l’apertura della partita Iva come psicologo
Uno psicologo – regolarmente iscritto all’Albo della propria Regione – che intende svolgere il proprio lavoro come libero professionista oppure ha intenzione di aprire uno studio privato, deve mettersi in regola e aprire la partita Iva. Per farlo è possibile compilare e consegnare i relativi moduli all’Agenzia delle Entrate (modello AA9/12), oppure avvalersi dell’assistenza di un commercialista per non commettere errori nella procedura.
Il codice Ateco di riferimento per aprire la partita Iva come psicologo è 86.90.30, che identifica l'”Attività svolta da psicologi – servizi di salute mentale forniti da psicanalisti, psicologi e psicoterapisti“.
A questo punto occorre scegliere il regime fiscale a cui aderire (tra forfettario e ordinario) e pagare le tasse in base alla normativa di riferimento.
Si può svolgere la professione di psicologo senza partita Iva? Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate, l’attività professionale da freelance, una volta effettuata l’iscrizione all’Albo degli Psicologi, non è ammessa. L’unica eccezione all’apertura della partita Iva riguarda gli psicologi che lavorano come dipendenti presso enti pubblici o studi privati.
Contabilità: emissione e conservazione delle fatture
L’utilizzo della fattura elettronica è obbligatorio per tutti i professionisti, titolari di partita Iva e regolarmente iscritti agli Albi professionali a prescindere dal regime fiscale di appartenenza, dal fatturato e da qualsiasi altro fattore.
Tuttavia, bisogna ricordare che a tutela della privacy la fattura elettronica non deve essere emessa per le prestazioni sanitarie che rientrano nel Sistema Tessera Sanitaria: in questi casi la fattura dello psicologo viene emessa in forma cartacea.
Gli psicologi che aderiscono al regime forfettario sono esonerati dalla conservazione delle scritture contabili e dai cosiddetti Indici Sintetici di Affidabilità fiscale (ISA). Al contrario, nel regime ordinario il contribuente è tenuto all’effettuazione della contabilità ed è tenuto all’applicazione dell’IVA. I compensi, inoltre, sono soggetti a ritenuta d’acconto da parte del committente e annualmente si è soggetti agli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale.
La fatturazione verso le Pubbliche Amministrazioni
Secondo quanto stabilito dalla legge finanziaria del 2008, la fatturazione verso le Pubbliche Amministrazioni può avvenire solo in formato elettronico.
Per semplificare la burocrazia e rendere più facile la trasmissione e l’archivio dei documenti fiscali all’Agenzia delle Entrate esistono dei software di fatturazione elettronica per psicologi: un esempio è la piattaforma Gesto, che permette di realizzare fatture in pochi minuti e senza commettere errori.
Dichiarazione dei Redditi degli Psicologi Liberi Professionisti
Entro il 16 giugno dell’anno successivo a quello di produzione del reddito professionale, gli psicologi sono tenuti a compilare la dichiarazione dei redditi (o Modello Unico), quantificare le imposte IRPEF, IRAP o l’eventuale imposta sostitutiva dovuta a saldo, e provvedere al loro versamento.
Gli acconto IRPEF e IRAP sono pari al 100% dell’imposta dichiarata per l’anno precedente e si possono versare in una o due rate a seconda dell’importo dovuto:
- con un unico versamento entro il 30 novembre, se l’importo non supera 257,52 euro;
- in due rate, se l’acconto dovuto è pari o superiore a 257,52 euro (prima rata entro il 16 giugno, seconda rata entro il 30 novembre).
Anche gli psicologi che aderiscono al regime forfettario devono versare l’imposta sostitutiva sul reddito determinato forfettariamente: il saldo di quest’ultima deve essere versato entro il 16 giugno dell’anno successivo a quello di maturazione del reddito professionale.
Con la Legge 27 dicembre 2019, n. 160, a partire dalla dichiarazione dei redditi 2021 i pazienti potranno effettuare la detrazione Irpef del 19% solo per le spese “tracciabili”, cioè quelle pagate con carte di credito, bancomat, bonifico bancario o postale e assegno.
Lo psicologo, da parte sua, è tenuto a ricordare al cliente che il metodo di pagamento scelto per saldare la fattura potrebbe influenzare la possibilità di ottenere un rimborso. I pazienti potranno comunque pagare in contanti, ma non avranno diritto alla detrazione fiscale.
Gli studi di settore
L’amministrazione finanziaria utilizza lo studio di settore per monitorare i parametri economici di liberi professionisti, lavoratori autonomi e imprese: in questo modo può raccogliere dati di natura contabile e non contabile per valutare la capacità dei contribuenti di produrre redditi.