Aprire partita IVA per psicologi: come muoversi

Quando uno psicologo apre partita IVA

Se stai esplorando la possibilità di iniziare una tua attività in proprio come psicologo o psicoterapeuta, sicuramente ti sei imbattuto nella necessità di aprire una Partita IVA. Anche se operi da tempo come libero professionista o psicologo freelance, il tema del regime fiscale (forfettario, semplificato, ordinario?) è probabilmente una conversazione che ti è capitato di avere con il tuo commercialista.

In questo articolo cerchiamo di fornirti tutti i dettagli che riguardano l’abilitazione alla libera professione e la scelta del regime fiscale, e sul processo da seguire per aprire una partita IVA da psicologo o psicoterapeuta.

Quando è necessario aprire una partita IVA da psicologo (psicologo freelance)

L’obbligo di aprire partita IVA riguarda tutti gli psicologi e professionisti iscritti ad un Albo. Tale obbligo è previsto per l’esercizio abituale, organizzato e continuativo dell’attività professionale, qualunque sia la frequenza ed il compenso.

Per la categoria degli psicologi, iscritti all’Albo, non si applicano i regimi di “lavoratore occasionale”, né il limite dei 5.000€ all’anno di reddito.

I requisiti per aprire partita IVA come psicologo

Per poter esercitare la professione di psicologo occorre prima di tutto conseguire l’abilitazione, che fino a poco tempo fa comprendeva l’esame di stato. Dal 2023 invece è stato stabilito che la laurea in psicologia è abilitante. Significa che per iscriversi all’albo e operare come psicologi è sufficiente conseguire una laurea in psicologia, a cui però sono stati aggiunti 20 crediti formativi universitari (CFU) di tirocinio. Ognuno di questi CFU corrisponde a 20 ore di attività professionalizzante, generalmente presso strutture sanitarie pubbliche o private abilitate.

Queste novità sono già entrate in vigore dall’anno accademico 2023-2024.

Se tu hai già conseguito una laurea magistrale in psicologia e vuoi ottenere l’abilitazione è previsto un regolamento transitorio, che include un tirocinio pratico di 750 ore e un esame orale unico incentrato sulle attività svolte durante il tirocinio stesso.

La scelta del Codice ATECO

Per aprire una partita IVA da psicologo è necessario indicare il corretto Codice ATECO. Il Codice è un numero che identifica la categoria professionale a cui appartiene lo psicologo.

I codici ATECO si possono consultare nelle tabelle ministeriali, ma quello per la categoria degli psicologi e psicoterapeuti è 869030.

Codice ATECO

869030 | Attività svolta da psicologi

Scelta del Regime: Aprire Partita IVA per psicologi in Regime forfettario, Semplificato o Ordinario

La scelta del Regime fiscale da applicare alla propria Partita IVA da psicologo è importante, e va effettuata all’apertura, perché la scelta spesso non può essere modificata e influenza costi e tassazione per gli anni seguenti.

Il regime forfettario è il più conveniente, quindi gli psicologi che ne posseggono i requisiti, spesso optano per questa opzione. Ma quali sono i requisiti per ottenere il regime forfettario?

  • non devi avere redditi da lavoro dipendente (o redditi assimilabili) superiori a 30.000€ annui;
  • non devono essere applicati contemporaneamente altri regimi fiscali agevolati, come il Regime degli Impatriati o agevolazioni di categoria;
  • i costi di personale e dipendenti non superano i 20.000€ all’anno;
  • i costi per acquisiti di beni e servizi strumentali alla professione non superano i 20.000€ all’anno;
  • non devi essere socio di società di persone (come Snc e Sas), né possedere quote di maggioranza in Società di Capitali (Srl e Spa).

Iscriversi alla cassa previdenziale

Gli psicologi hanno l’obbligo di aprire un profilo presso l’Ordine di riferimento o la Cassa Previdenziale ENPAP. L’iscrizione a questi enti viene richiesta al momento dell’apertura della partita IVA dello psicologo. Il fine è quello di permettere al professionista di versare i contributi previdenziali pensionistici.

I contributi da versare all’ENPAP sono:

  • un contributo integrativo che corrisponde al 2% del lordo delle fatture emesse;
  • un contributo soggettivo del 10% del reddito annuo netto, a partire da un reddito minimo di 780€.

La procedura per aprire la partita IVA da Psicologo

Per aprire la partita IVA da psicologo è necessario scaricare il modulo AA9/12 dal sito dell’Agenzia delle Entrate. Tale modulo deve essere presentato entro 30 giorni dall’inizio dell’attività, e può essere presentato nelle seguenti modalità:

  • a mano, recandosi ad uno Sportello dell’Agenzia delle Entrate nella tua zona;
  • per posta, inviando una raccomandata con allegata una copia di un documento di identità;
  • sul sito dell’Agenzia delle Entrate, facendolo personalmente o tramite un intermediario autorizzato (come un commercialista).

Al momento della presentazione della domanda di apertura della Partita IVA, l’Agenzia delle Entrate assegnerà allo psicologo il codice ad 11 cifre che rappresenta il numero di Partita IVA.

Costi per l’apertura di una Partita Iva per psicologi

La procedura di apertura della partita IVA da psicologo non ha costi se svolta in prima persona. Tuttavia spesso può essere una procedura complessa, e molti professionisti si rivolgono ad un Commercialista, che può applicare delle commissioni di apertura della partita IVA. Queste commissioni possono arrivare fino a qualche decina o centinaia di Euro.

Costi commercialista per partita IVA psicologi

La partita IVA ha invece dei costi periodici in seguito all’apertura. Di solito è consigliabile affidarsi ad un professionista fiscale (commercialista) per la gestione delle pratiche amministrative, e questo ha un costo per lo psicologo che apre la partita IVA.

Il costo di mantenimento dipende dal professionista e dal regime fiscale scelto dallo psicologo. In generale è un costo che può andare da 300-400€ per regime forfettario, a oltre 1000€ per i regimi ordinari.

Tasse da pagare come psicologo in partita iva

In regime forfettario

Per fare una valutazione completa sull’apertura di una tua nuova attività, sicuramente vorrai capire quante tasse ti troverai a pagare e come ottimizzare al massimo il tuo carico fiscale.

Senza dubbio, il regime forfettario è il regime più conveniente per chi opera come psicologo o psicoterapeuta. I criteri per accedere a questo regime sono definiti sul sito dall’Agenzia delle Entrate, ma quello di maggiore interesse, perchè quello più stringente, è quello di non aver conseguito ricavi superiori agli € 85.000 nell’anno precedente.

Se rientri in questi criteri, tutte le imposte che dovrai pagare si riassumeranno in un’imposta sostitutiva pari al 15% della base imponibile, che si abbassa addirittura al 5% nei primi 5 anni di attività. Questo comporta anche l’esenzione da qualsiasi rendicontazione IVA e semplifica di molto la gestione della tua attività.

Il coefficiente di redditività, ovvero la percentuale del reddito che definisce la base imponibile, per la tua professione è del 78%. Quindi ipotizzando che tu sia nei primi 5 anni della tua attività e che tu abbia registrato un reddito di €30.000 nel precedente anno, il calcolo risulta il seguente:

  • Base imponibile: €30.000 x 78% = €23.400
  • Imposta sostitutiva: €23.400 x 5% = €1.170

In regime semplificato e ordinario

Se sei un professionista che non rientra nei criteri per accedere la regime forfettario, il tuo regime di riferimento sarà il regime ordinario semplificato. Questo sistema è stato creato per aiutare le piccole imprese e i lavoratori autonomi a tenere la contabilità in modo più facile e veloce di un tradizionale regime ordinario.

Puoi usare questo regime semplificato finché il tuo reddito annuale non supera i 400.000 euro. Se guadagni di più, devi passare al regime di contabilità ordinaria dall’anno successivo.

Per calcolare il tuo reddito imponibile, dovrai calcolare la differenza tra i ricavi e le spese che hai effettivamente fatto nell’anno per la gestione della tua attività. E’ chiaro che rispetto al regime forfettario richiede un maggiore sforzo di contabilità.

Anche se sei nel regime semplificato, ci sono alcune cose che devi fare durante l’anno:

  1. Tenere i registri IVA: devi registrare tutte le fatture di acquisto e vendita.
  2. Tenere un registro degli incassi e dei pagamenti, da aggiornare entro 60 giorni.
  3. Avere un registro dei beni che si deprezzano nel tempo (con alcune eccezioni).
  4. Se hai dipendenti, devi gestire il Libro Unico del Lavoro.
  5. Compilare l’ISA, Esterometro, etc.

Ogni anno, devi anche presentare la dichiarazione dei redditi e quella IVA. In più, ogni tre mesi devi mandare una comunicazione IVA per le tue liquidazioni periodiche, che va inviata in formato digitale. Se ti dovessi trovare nella necessità di operare in regime semplificato, il supporto del tuo commercialista sarà essenziale per impostare tutti questi processi e aderire a tutti gli adempimenti.

FAQ sulla partita IVA da psicologo