Aprire partita IVA per uno psicologo è una procedura gratuita, che può essere effettuata per via telematica. È però consigliabile affidarsi ad una persona esperta, come un commercialista, in modo da scongiurare eventuali errori.
In questo articolo cerchiamo di fornirti tutti i dettagli che riguardano l’abilitazione alla libera professione e la scelta del regime fiscale, e sul processo da seguire per aprire una partita IVA da psicologo o psicoterapeuta.
Quando è necessario aprire una partita IVA da psicologo
L’obbligo di aprire partita IVA riguarda tutti gli psicologi, psicoterapeuti, psicanalisti e professionisti iscritti all’Albo. Infatti, è obbligatorio aprire la partita IVA per tutti gli psicologi autonomi, anche se hanno pochi clienti o se sono all’inizio della carriera. Come dice la legge, la partita IVA è obbligatoria per l’esercizio abituale, organizzato e continuativo dell’attività professionale da psicologo, qualunque sia la frequenza ed il compenso.
Per la categoria degli psicologi, iscritti all’Albo, non si applicano i regimi di “lavoratore occasionale”, né il limite dei 5.000€ all’anno di reddito. Ma avere una partita IVA non è una cosa negativa, permette infatti di guadagnare in affidabilità agli occhi dei pazienti.
Requisiti per aprire la partita IVA come psicologo
Per poter aprire la partita IVA come psicologo devi avere 4 requisiti, che permettono di ottenere l’abilitazione:
- Aver conseguito la laurea magistrale in psicologia;
- Bisogna iscriversi all’Albo sezione A degli Psicologi della regione in cui si ha la residenza di appartenenza. Per completare la procedura di iscrizione possono volerci fino a 2 mesi dalla data della richiesta e dal pagamento della quota di iscrizione di circa 70€;
fino a poco tempo fa bisognava aver passato anche l’esame di stato. Dal 2023 invece è stato stabilito che la laurea in psicologia è abilitante. Significa che per iscriversi all’albo e operare come psicologi è sufficiente conseguire una laurea magistrale in psicologia.
Queste novità sono già entrate in vigore dall’anno accademico 2023-2024.
Se tu hai già conseguito una laurea magistrale in psicologia e, prima di aprire la partita IVA da psicologo, vuoi ottenere l’abilitazione è previsto un regolamento transitorio. Questo include un tirocinio pratico valutativo di 750 ore e un esame orale chiamato “Prova pratica valutativa” incentrato sulle attività svolte durante il tirocinio e la conoscenza del codice deontologico degli psicologi.
Procedura per aprire la partita IVA da Psicologo
L’attività da psicologo è categorizzata come un’attività intellettuale, quindi per operare bisogna essere liberi professionisti. Dunque per aprire la partita IVA da psicologo è necessario scaricare il modulo AA9/12 dal sito dell’Agenzia delle Entrate.
Il modulo va consegnato entro 30 giorni dall’apertura dell’attività come psicologo.
Ricordati di seguire queste indicazioni nella compilazione del modulo:
- Scrivere a stampatello o a macchina.
- Evitare abbreviazioni e indicare nomi e cognomi completi.
- Le donne coniugate devono usare il cognome da nubile.
- Indicare indirizzi completi, inclusi dettagli come numero civico, località e scala.
- Le date devono essere in formato GG/MM/AAAA.
- Riporta il codice fiscale nella parte superiore di ogni pagina.
- Numera progressivamente le pagine e indica il totale nel riquadro “quadri compilati e firma della dichiarazione”.
Il modulo di dichiarazione di inizio attività è necessario per l’ apertura della partita IVA da psicologo e deve assolutamente essere inviato entro 30 giorni dall’inizio dell’attività, e può essere presentato nelle seguenti modalità:
- a mano, in duplice copia, recandosi presso uno Sportello dell’Agenzia delle Entrate nella zona di residenza, anche tramite un intermediario autorizzato come un Commercialista;
- per posta o raccomandata, inviando una raccomandata con allegata una copia di un documento di identità;
- Online in via telematica tramite i servizi dell’Agenzia delle Entrate (o intermediari abilitati come Fisconline o Entratel), inviandolo personalmente o tramite un intermediario autorizzato (come un commercialista). In questo caso sono necessarie le credenziali SPID, CNS o CIE.
Aprire la Partita IVA può sembrare complesso, ma oggi esistono soluzioni digitali che semplificano questo passaggio. Alcuni software gestionali per psicologi, come Gesto, ti permettono di aprire la Partita IVA e gestire facilmente la tua attività fin dall’inizio.
Codice ATECO psicologi
Il codice Ateco per la partita iva per la categoria degli psicologi e psicoterapeuti è 86.90.30.
Questo codice a 6 cifre è consultabile nelle tabelle ministeriali, ed è utilizzato dall’Agenzia delle Entrate per distinguere le diverse professioni in base al tipo di attività.
Per aprire la partita IVA come psicologo è necessario indicare il corretto Codice ATECO.
Se sei uno psicologo ma vuoi svolgere anche altre attività come fonti di reddito, quali ad esempio l’insegnamento, non potrai farlo con lo stesso codice ATECO ma dovrai aggiungerne un altro. Una partita IVA può arrivare ad avere fino a un massimo di 6 codici Ateco associati.
Modello AA9/12:
Il modulo di apertura della partita IVA contiene le seguenti sezioni, compila tutte e solo quelle che ti riguardano:
- Quadro A: Tipo di dichiarazione (inizio, variazione, cessazione). Qui se sei uno psicologo che vuole iniziare l’attività dovrai barrare l’opzione: “Dichiarazione di inizio attività”, e inserire la data in cui prevedi di iniziare l’attività professionale.

- Quadro B: Dati sull’attività prevalente (codice ATECO, descrizione, volume d’affari presunto). Qui dovrai inserire il codice ATECO 86.90.30 (“Attività di psicologi”); nella descrizione dell’attività puoi inserire “Attività di psicologo”; come indirizzo inserisci l’indirizzo dello studio se lavori a studio, o il tuo domicilio fiscale se lavori online da casa; come volume d’affari presunto lascia vuoto se aderisci al regime forfettario, altrimenti indica una stima del fatturato annuo.

- Quadro C: Dati sul rappresentante fiscale o legale (se diverso dal titolare). Nome e cognome: Inserisci i tuoi dati anagrafici completi (senza abbreviazioni). Codice fiscale: Riporta il tuo codice fiscale. Residenza anagrafica: Inserisci il tuo indirizzo di residenza. Domicilio fiscale: Se diverso dalla residenza, specifica l’indirizzo.

- Quadro D: Rappresentante.

- Quadro F: Luoghi di conservazione delle scritture contabili. Se conserverai le scritture contabili presso il tuo domicilio fiscale o luogo di esercizio, barrare la casella e indicare l’indirizzo.

- Quadro G: Altre attività esercitate e luoghi di esercizio.
- Quadro H: Comunicazioni per superare la presunzione di cessione dei beni.
- Quadro I: Informazioni aggiuntive per l’avvio dell’attività (email, telefono, sito web). Barrare la casella “Regime forfettario” se aderisci a questo regime fiscale (art. 1, comma 54, legge 190/2014). Il regime forfettario è spesso scelto dai professionisti con fatturati sotto i 85.000 euro/anno. Se non aderisci al regime forfettario, puoi indicare il regime contabile ordinario.

Al momento della presentazione della domanda di apertura della Partita IVA come psicologo, l’Agenzia delle Entrate assegnerà allo psicologo il codice ad 11 cifre che rappresenta il suo numero di Partita IVA.
Per i soggetti non residenti in Italia, con una stabile organizzazione in Italia, vige l’obbligo di utilizzare questo stesso modulo per consegnare la dichiarazione di cui all’articolo 35.
Iscriversi alla cassa previdenziale ENPAP
Gli psicologi hanno l’obbligo, congiuntamente con l’apertura della partita IVA, di aprire un profilo di previdenza sociale presso l’Ordine di riferimento o la Cassa Previdenziale ENPAP. L’iscrizione a questi enti previdenziali viene richiesta al momento dell’apertura della partita IVA dello psicologo. Il fine è quello di permettere al professionista di versare i contributi previdenziali pensionistici.
Come iscriversi all’ENPAP?
Nel momento dell’apertura della partita IVA dovrai iscriverti all’ENPAP. Ma l’obbligo di iscrizione all’ENPAP scatta solo se sei iscritto all’Albo degli Psicologi E hai percepito un compenso derivante da attività libero professionale come psicologo, anche occasionalmente. Nota bene che:
- L’apertura della partita IVA senza compensi non obbliga all’iscrizione.
- Non puoi iscriverti all’ENPAP se non hai percepito compensi.
Se rientri in questi criteri devi effettuare l’iscrizione direttamente sul sito web entro 90 giorni dalla data di incasso del primo compenso.
Per iscriverti dovrai allegare:
- una copia fronte-retro della tessera sanitaria o codice fiscale;
- una copia fronte-retro di un documento di riconoscimento valido;
- e una copia del certificato di attribuzione del numero di partita IVA (se in possesso).
I contributi da versare all’ENPAP
Per uno psicologo, i contributi da versare all’ENPAP sono:
- un contributo integrativo che corrisponde al 2% del lordo delle fatture emesse. Questo contributo va aggiunto in fattura, e viene pagato dal cliente ma versato all’ENPAP dal terapeuta, quindi non ricade sul professionista;
- un contributo soggettivo del 10% del reddito annuo netto (costituito dalla differenza tra incasso lordo e spese sostenute per l’attività). Il versamento minimo annuale, qualunque sia il reddito è di 856€;
- il contributo di maternità, che viene stabilito come quota fissa ogni anno, e nel 2023 ammontava a 130€.
Il contributo soggettivo
Il contributo ENPAP soggettivo, si misura come il 10% dell’imponibile, ovvero della differenza tra il totale del reddito e le spese. Questo contributo però ha un minimale, cioè un importo minimo da pagare ogni anno, che nel 2024 è di 856€.
Tuttavia esistono alcune categorie di soggetti che sono autorizzati a pagare la metà della quota minima:
- gli psicologi che nell’anno precedente hanno avuto un contratto da lavoro dipendente;
- se hai più di 57 anni e sei in pensione;
- nell’anno scorso non hai lavorato per almeno metà del tempo a causa di malattia o gravidanza a rischio.
In questi casi il minimo scende a 428€ all’anno.
Ci sono due ulteriori riduzioni della quota minima del contributo soggettivo ENPAP:
- puoi versare un terzo della quota, 286€, se sei iscritto all’ENPAP dal 2021;
- puoi versare un quinto della quota, 172€, se nell’anno precedente hai fatturato meno di 1712€.
Il contributo integrativo
Questo contributo non è a carico dello psicologo ma del paziente, infatti lo psicologo apploca il 2% sull’ammontare lordo della fattura e lo fa pagare al cliente. Lo psicologo deve poi versare questo contributo all’ENPAP con un minimo annuale in questo caso di 66€.
Il contributo di maternità
Questo contributo nasce per finanziare le colleghe in maternità, deve essere pagato da tutti gli psicologi, ed è una quota fissa, non viene calcolato in percentuale.
Nel 2023 la quota ammontava a 130€, mentre per il 2024 non è ancora stata notificata.
Il contributo volontario
Questo contributo ha lo scopo di incrementare la pensione. Si può pagare in forma volontaria, scegliendo di pagare un contributo soggettivo maggiorato, per un ammontare del 14%, 16%, 18%, 20% fino ad un massimo del 30%. Questo cambiamento può essere effettuato quando si presenta la comunicazione reddituale.
Versare maggiori contributi fa abbassare anche l’imponibile tassabile, e di conseguenza è un valido modo di aumentare i soldi messi da parte per la pensione futura e ridurre le imposte correnti.
Costi per l’apertura di una Partita Iva per psicologi
La procedura di apertura della partita IVA da psicologo non ha costi se la svolge in prima persona. Tuttavia spesso aprire la partita IVA può essere una procedura complessa, perciò molti professionisti si rivolgono ad un commercialista, che può applicare delle commissioni di apertura della partita IVA. Questi costi di apertura della partita IVA possono arrivare fino a qualche centinaia di Euro (da 150 a 300€).
Costi del commercialista per la partita IVA da psicologi
La partita IVA ha invece dei costi periodici in seguito all’apertura. Di solito è consigliabile affidarsi ad un professionista fiscale (commercialista specializzato in psicologi) per la gestione delle pratiche amministrative. Il commercialista ha un costo annuale, una quota fissa, per lo psicologo che apre la partita IVA, ma si occupa delle scadenze per i versamenti dell’IVA, e di altre imposte durante l’anno, e della dichiarazione dei redditi a Giugno.
Il costo di mantenimento dipende dal professionista e dal regime fiscale scelto dallo psicologo. In generale il costo del commercialista per lo psicologo può andare da 300-400€ per uno psicologo in regime contabile forfettario, a oltre 1000€ per i terapeuti in regime ordinario. Il costo del commercialista nel regime ordinario è maggiore perché sono maggiori gli oneri fiscali.
Tasse da pagare come psicologo in partita iva
Come capisco se posso pagare il 5% di tasse o dal 23% in su?
Scelta del Regime: Aprire Partita IVA per psicologi in Regime forfettario, Semplificato o Ordinario
La scelta del Regime fiscale da applicare alla propria Partita IVA da psicologo è importante, e va effettuata all’apertura della partita IVA, perché la scelta spesso non può essere modificata e influenza costi e tassazione per gli anni seguenti.
Generalmente hai 2 possibilità: il regime forfettario o il regime ordinario.
In partita IVA forfettaria
Il regime di partita IVA forfettario è il più conveniente, quindi gli psicologi che ne posseggono i requisiti, spesso optano per questa opzione. Ma quali sono i requisiti per ottenere una partita IVA da forfettario?
- non devi aver incassato nell’anno precedente più di 85.000€ da attività autonoma di libero professionista;
- non devi avere redditi da lavoro dipendente (o redditi assimilabili) superiori a 30.000€ annui;
- non devi aver sostenuto costi di personale e dipendenti che superano i 20.000€ nell’anno precedente;
- i costi per acquisiti di beni e servizi strumentali alla professione non superano i 20.000€ all’anno;
- non devono essere applicati contemporaneamente altri regimi fiscali agevolati, come il Regime degli Impatriati o agevolazioni di categoria;
- devi essere residente in Italia;
- non devi essere socio di società di persone (come Snc e Sas), né possedere quote di maggioranza in Società di Capitali (Srl e Spa) che operino nello stesso settore dell’attività che aprirai.
I criteri per accedere a questo regime sono definiti sul sito dall’Agenzia delle Entrate.
Se rientri in questi criteri, tutte le imposte che dovrai pagare si riassumeranno in un’imposta sostitutiva (flat tax) pari al 15% della base imponibile, che si abbassa addirittura al 5% nei primi 5 anni di attività. Questo comporta anche l’esenzione da qualsiasi rendicontazione IVA e semplifica di molto la gestione della tua attività.
Il coefficiente di redditività, ovvero la percentuale del reddito che definisce la base imponibile, per gli psicologi è del 78%. Quindi ipotizzando che tu sia nei primi 5 anni della tua attività e che tu abbia registrato un reddito di €30.000 nel precedente anno, il calcolo risulta il seguente:
- Base imponibile: €30.000 x 78% = €23.400
- Imposta sostitutiva: €23.400 x 5% = €1.170
In regime semplificato e ordinario
Se sei un professionista che non rientra nei criteri per accedere alla partita IVA forfettaria, il tuo regime di riferimento sarà il regime di partita IVA ordinario semplificato. Questo sistema è stato creato per aiutare le piccole imprese e i lavoratori autonomi a tenere la contabilità in modo più facile e veloce di un tradizionale regime ordinario.
Puoi usare questo regime semplificato finché il tuo reddito annuale non supera i 400.000 euro. Se guadagni di più, devi passare al regime di contabilità ordinaria dall’anno successivo.
Diversamente dal regime forfettario, qui, per calcolare il tuo reddito imponibile, dovrai calcolare la differenza tra i ricavi e le spese che hai effettivamente fatto nell’anno per la gestione della tua attività. E’ chiaro che rispetto al regime forfettario richiede un maggiore sforzo di contabilità. Sul reddito imponibile dovrai poi pagare l’IRPEF.
Per calcolare l’IRPEF devi dividere in “scaglioni” l’imponibile fiscale, e applicare le aliquote IRPEF progressive ai diversi scaglioni come nella seguente tabella.
Scaglioni di reddito imponibile | Aliquota IRPEF |
---|---|
fino a 28.000€ | 23% |
da 28.000,01€ a 50.000€ | 35% |
da 50.000,01€ | 43% |
Per fare un esempio, se hai un imponibile fiscale annuo di 40.000€ (redditi meno le spese sostenute per l’attività da psicologo), pagherai 6.440€ nel primo scaglione (il 23% di 28.000), più 4200 nel secondo scaglione (il 35% di 40.000 meno 28.000). In totale pagherai quindi 10.640€ di IRPEF.
Anche se sei nel regime semplificato, ci sono alcuni obblighi a cui devi sottostare durante l’anno:
- Tenere i registri IVA: devi registrare tutte le fatture di acquisto e vendita.
- Tenere un registro degli incassi e dei pagamenti, da aggiornare entro 60 giorni.
- Avere un registro dei beni che si deprezzano nel tempo (con alcune eccezioni).
- Se hai dipendenti, devi gestire il Libro Unico del Lavoro.
- Compilare l’ISA, Esterometro, etc.
Ogni anno, un lavoratore autonomo in partita IVA deve presentare la dichiarazione dei redditi e quella IVA. In più, ogni tre mesi devi mandare una comunicazione IVA per le tue liquidazioni periodiche, che va inviata in formato digitale. Se ti dovessi trovare nella necessità di operare in regime semplificato, il supporto del tuo commercialista sarà essenziale per impostare tutti questi processi e aderire a tutti gli adempimenti.
Per gli psicologi però non va applicata l’IVA ai compensi sanitari, perché si tratta di prestazioni sanitarie.
Altre informazioni utili prima di aprire la Partita IVA
- Approfondisci su come effettuare una fattura da psicologo.
- Scopri la differenza tra fatture sanitarie e fatture elettroniche.
Buonasera, è meglio aprire partita IVA come psicologo con il commercialista o farlo da solo online sul sito dell’Agenzia delle Entrate?
Buonasera Matilde! Aprire una partita IVA con un commercialista ha diversi vantaggi: ti guida nella scelta del regime fiscale più adatto, riduce il rischio di errori nella compilazione della domanda e può offrirti supporto per gli adempimenti iniziali. Tuttavia, comporta un costo per il servizio.
Aprirla autonomamente online sul sito dell’Agenzia delle Entrate è gratuito, ma richiede una buona conoscenza della procedura e del sistema fiscale per evitare errori. Se ti senti sicura delle tue competenze, può essere una valida alternativa.