L’impatto dell’intelligenza artificiale nella psicologia

L'utilizzo di nuovi strumenti e tecnologie basate sull'intelligenza artificiale potrebbe migliorare il lavoro degli psicologi. In che modo? Scopriamolo in questo articolo.

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L’intelligenza artificiale sta influenzando profondamente numerosi settori, e la psicologia non fa eccezione. Le potenzialità dell’AI in questo campo sono molteplici, così come gli sviluppi futuri che si prospettano.

Questo nuovo strumento nei prossimi anni andrà a incidere su diversi aspetti del lavoro dello psicologo e potrebbe affiancarsi al professionista per la cura dei disturbi di salute mentale.

Analizziamo in questo articolo i recenti cambiamenti che l’intelligenza artificiale ha portato nella psicologia clinica e i possibili sviluppi futuri che questo strumento potrebbe provocare nel settore.

Intelligenza artificiale nella psicologia: quale contributo?

Il termine “intelligenza artificiale” è stato sviluppato da John McCarthy per spiegare la capacità di una macchina di eseguire funzioni considerate intelligenti in termini umani. Soprattutto negli ultimi anni, alcune tecnologie sviluppate tramite l’AI (come gli LLM e il Deep Learning) hanno iniziato a collaborare con il mondo della psicologia.

I modelli di intelligenza artificiale sono oggi in grado di replicare uno degli aspetti che definisce l’essere umano: il linguaggio. In terapia, l’AI sta iniziando a integrarsi con strumenti come i software di trascrizione in tempo reale, trasformando l’atto terapeutico e la relazione terapeutica stessa. Tuttavia, rimane essenziale il ruolo insostituibile del contributo umano, che continua a essere fondamentale nella pratica clinica.

In una recente ricerca (Montag et al., 2024) si è cercato di individuare quale contributo l’intelligenza artificiale potrebbe dare per supportare la salute mentale. Tra i principali risultati, l’AI potrebbe fornire supporto e sostegno in queste situazioni:

  • fornire assistenza durante l’inserimento in psicoterapia, durante la formazione oppure come primo strumento di intervento;
  • potrebbe supportare pazienti e terapeuti fornendo informazioni sulla nascita e sullo sviluppo dei disturbi;
  • potrebbe aiutare nella progettazione di farmaci e trattamenti specifici.

Così come l’avvento di Internet, anche l’intelligenza artificiale – se ben utilizzata e limitata da normative nazionali o internazionali – costituisce una nuova opportunità di crescita e sviluppo per moltissime professioni, tra le quali la psicologia e psicoterapia.

Se ha intenzione di lavorare come psicologo in Italia o nel mondo nei prossimi anni, non puoi sottovalutare i numerosi strumenti innovativi che potrebbero modificare completamente il metodo e e tecniche da utilizzare per la diagnosi e cura delle patologie dei pazienti.

L’intelligenza artificiale toglierà il lavoro agli psicologi?

Parlando di nuove tecnologie e di intelligenza artificiale, nascono molti dubbi sul futuro di diverse professioni. Molte persone si chiedono se l’intelligenza artificiale sarà in grado di sostituire la figura dello psicologo: anche se altamente specializzata e preparata su determinati argomenti, probabilmente l’AI non potrà mai prendere il posto di un professionista, ma di certo si affiancherà al suo lavoro per semplificare il riconoscimento, la cura e diagnosi delle patologie dei pazienti.

L’interazione tra professionista e paziente, l’empatia, il colloquio e l’ascolto attivo sono delle caratteristiche che nessun robot potrà mai avere. Allo stesso tempo, questi sono elementi essenziali per uno psicologo professionista. Questo significa che la figura dello psicologo non verrà sostituita, ma affiancata da nuove tecnologie che renderanno il lavoro più semplice.

Ad oggi esistono già vari chatbot per la salute mentale che possono aiutare ad affrontare lieve ansia, depressione, stress e dipendenza (per esempio Woebot Health, Wysa, Youper, Talkspace, Ginger, 7 Cups of Tea), ma questi ultimi vengono affiancati alle tradizionali sedute di terapia come strumenti aggiuntivi e di supporto.

La vera sfida per il futuro riguarderà i nuovi professionisti, cioè i giovani che sognano di diventare psicologo: in questo senso, per fare davvero la differenza, potrebbe essere utile specializzarsi in nuove tecnologie o seguire dei master in psicologia relativi ad argomenti simili.

I rischi dell’intelligenza artificiale nella psicologia

Non dobbiamo mai dimenticare l’importanza della protezione dei dati sensibili e personali dei pazienti per evitare abusi o violazioni della privacy: questo è probabilmente uno dei rischi principali dell’uso dell’intelligenza artificiale. I sistemi informatici e le tecnologie sino ad oggi create hanno sollevato numerose problematiche sulla protezione dei dati e quindi devono essere migliorati per tutelare i clienti finali.

Non solo: la creazione, lo sviluppo e l’utilizzo di intelligenze artificiali all’interno delle professioni deve rispettare precisi codici deontologici universalmente condivisi per garantire che i risultati siano etici e rispettosi dei diritti dei pazienti.

Al di là delle questioni legate alla privacy e all’etica professionale, i rischi dell’AI nella psicologia comprendono anche una serie di bias, stereotipi o altre influenze culturali che i modelli informatici ereditano dai dati con i quali sono stati addestrati.

Inoltre, sebbene possiedano competenze nell’elaborazione del linguaggio, mancano di comprensione del contesto, delle emozioni e degli aspetti sociali e normativi del linguaggio.

Infine, un altro punto critico da sviluppare riguarda la responsabilità: come saranno garantite la qualità e l’accuratezza delle terapie fornite attraverso l’IA? Ci sono ancora moltissimi aspetti da migliorare prima di poter applicare l’AI alla psicologia e ad altri settori sanitari: quelli presentati sono solo un piccolo gruppo.

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Il futuro dello psicologo: AI e terapia digitale

Secondo l’OMS (2022), circa 970 milioni di persone nel mondo soffrono di disturbi mentali, con ansia e depressione tra i più comuni. In questo contesto, la psicologia sta assumendo un ruolo sempre più rilevante. L’intelligenza artificiale potrebbe avere un grande impatto sulla terapia digitale, rendendo i trattamenti più accessibili e personalizzati.

Un probabile ambito di applicazione dell’AI nel futuro sarà la formazione degli psicologi. Esistono chatbot avanzati che simulano pazienti, che danno la possibilità agli studenti di mettere in pratica le proprie competenze teoriche.

Le potenzialità dell’intelligenza artificiale in psicologia sono vastissime. Tuttavia, solo con il tempo potremo capire appieno come la tecnologia trasformerà il settore della salute mentale.

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